LA VERITÀ DEL MISTERO DELLA VERGINE MARIA

Il mistero della Vergine è racchiuso nel Capitolo I e II del Vangelo secondo Matteo, nel Capitolo I e II del Vangelo secondo Luca, nel Capitolo II e XIX del Vangelo secondo Giovanni. Una notizia la troviamo nel Capitolo I degli Atti degli Apostoli. L’Apostolo Paolo ricorda che Gesù è nato da Donna nel Capitolo IV della Lettera ai Galati. Nell’Apocalisse, nei Capitoli XI e XII,  troviamo il compimento del mistero della Vergine Maria nell’eternità. Delle verità della Vergine abbiamo già parlato in lungo e in largo. Abbiamo contemplato quanto di Lei era da contemplare e da meditare.  Ora il nostro intento è di mettere in luce quanto molti stanno rapinando della verità della Madre di Dio e Madre nostra. Non solo. Vogliamo anche mettere in grande evidenza il fine di questo furto e di questo ladroneggio. Ecco cosa rivela il Nuovo Testamento della Vergine Maria.

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; Ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù (Mt 1,18.25).

Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall’Egitto ho chiamato mio figlio (Mt 2,13-15).

Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno» (Mt 2,19-23).

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua (Lc 1,26.56).

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama». Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:  «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35– e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini (Lc 2,1-52).

Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».  Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui (Gv 2,1-11).

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé (Gv 19,25-27).

Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in giorno di sabato. Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi: vi erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo. Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui (At 2,12-14).

Dico ancora: per tutto il tempo che l’erede è fanciullo, non è per nulla differente da uno schiavo, benché sia padrone di tutto, ma dipende da tutori e amministratori fino al termine prestabilito dal padre. Così anche noi, quando eravamo fanciulli, eravamo schiavi degli elementi del mondo. Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli. E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: «Abbà! Padre!». Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio (Gal 4,1-7).

Allora si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza. Ne seguirono folgori, voci, scoppi di tuono, terremoto e una tempesta di grandine. Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni (Ap 11,19-12,6).

La verità, madre e cuore di ogni altra verità che avvolge la Vergine Maria, è il suo essere vera Madre di Dio. Lei è vera Madre di Dio, perché da Lei è nato il Verbo della vita, il Figlio Unigenito del Padre. Lei non ha dato la vita alla carne che il Verbo ha assunto nel suo seno verginale per opera dello Spirito Santo. È il Verbo che si fa carne nel suo seno. Dal suo seno nasce il Figlio Eterno del Padre. Cristo Gesù è Persona divina. La Persona divina si incarna. La Persona divina nasce. La Persona divina è Dio. Maria è Madre della Persona divina che nasce e quindi è vera Madre di Dio, perché la Persona divina del Figlio è vero Dio. Non però per opera dell’uomo come avviene con tutti gli altri uomini. Diviene vero uomo per opera dello Spirito Santo. Il Figlio di Dio non diviene vero uomo senza il consenso della Vergine Maria. Lei dona piena, totale, perfetta, completa, perenne disponibilità perché ogni Parola di Dio si compia in Lei. Lei è tutta e sempre dalla volontà del suo Signore. Come unica è la santità della Vergine Maria, così unica è anche la sua maternità. Nessun’altra donna al mondo potrà mai avere questo onore di essere la Madre del suo Signore, del suo Creatore, del suo Dio. Queste sono le gradi cose che il Signore ha fatto per la Vergine Maria: l’ha elevata sopra i cori degli Angeli. Degli Angeli Ella è Regina. L’Ha fatta sua vera Madre, sua vera Genitrice. Gesù è vero Figlio di Maria. Per Lei si compiono i Salmi. In Lei il Verbo si è fatto carne: «Io stesso ho stabilito il mio sovrano sul Sion, mia santa montagna». Voglio annunciare il decreto del Signore. Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato. Chiedimi e ti darò in eredità le genti e in tuo dominio le terre più lontane. Le spezzerai con scettro di ferro, come vaso di argilla le frantumerai» (Sal 2,6-9). “Oracolo del Signore al mio signore: «Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi». Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion: domina in mezzo ai tuoi nemici! A te il principato nel giorno della tua potenza  tra santi splendori; dal seno dell’aurora, come rugiada, io ti ho generato. Il Signore ha giurato e non si pente: «Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchìsedek»” (Sal 110,1-4). “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.  A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato” (Cfr. Gv 1,1-18). Se priviamo Cristo di questa divina ed eterna verità ed essenza, la Vergine Maria viene all’istante privata della sua verità unica ed irripetibile. Facciamo di Lei una donna come tutte le altre donne. La gloria della Vergine Maria è dalla gloria di Cristo Gesù perché la verità della Vergine Maria è dalla verità di Cristo Gesù. Allo stesso modo che la gloria del cristiano è dalla gloria di Cristo Gesù, essendo la verità del cristiano dalla verità di Cristo Gesù. Riducendo a falsità Cristo è il cristiano che riduciamo a falsità. È la Chiesa che riduciamo a falsità. Per essere degna Madre del Figlio suo il Signore l’ha avvolta con la pienezza della sua grazia dal primo istante del suo concepimento. Lei non solo non fu sfiorata dal peccato delle origini. Lei neanche conobbe mai il peccato, né grave e né veniale. Lei è stata sempre santissima per il suo Dio e Signore. Santissima nell’anima, santissima nello spirito, santissima nel suo corpo. Quando noi preghiamo Lei e la invochiamo con il titolo di “Santa Maria”, dobbiamo subito dire che non si tratta di una santità comune, ordinaria, uguale a quella di tutti gli altri santi del Cielo. È vero. Nel Cielo ogni Santo brilla per una sua luce particolare, personale. Ogni luce differisce da tutte le altre luce per densità e intensità. Vi è il Santo più luminoso e quello che dona una luce un po’ più tenue. Vi è la Santa più splendente e quella che brilla di meno. La Vergine Maria esce dal coro delle luci degli altri Santi. Ella supera tutte le luci messe assieme della santità umana. Ma anche le luci degli Angeli Ella supera. La sua luce splende Regina sulla luce di ogni Angelo e di tutti gli Angeli messi insieme. Ella è Santissima. Dio le ha dato la sua stessa luce. L’ha ammantata di sé. Questo è il mistero che la Madre di Gesù vive nel Cielo per l’eternità beata. Ella è Regina nella sua luce di tutte le luci che vi sono nel cielo e che vi saranno. Questa unicità deve essere confessata e proclamata, altrimenti si fa della Vergine Maria una santa più eccellente o più grande delle altre. La Madre di Gesù non è più santa delle altre. È oltre la loro santità. Infinitamente oltre. Ella è la Mediatrice per grazia di ogni altra santità. Questa verità le appartiene per grazia. Il Figlio suo l’ha costituita Mediatrice di tutte le grazie. Lui la fonte, la sorgente delle grazia. Maria le attinge dal suo cuore e le porta sulla nostra terra.

Il mistero del nostro Dio, che è mistero di unità e di trinità, è eterno e divino. Con la Vergine Maria lasciamo l’eternità e la divinità, lasciamo la sorgente e la fonte eterna di ogni realtà esistente ed entriamo nella creazione. Già è sufficiente questa verità e sempre della Vergine Maria si parlerà con purissima verità. Si parla in modo non vero della Vergine Maria, quando la si separa dal Padre e dal Figlio e dallo Spirito Santo. Noi sappiamo che la Vergine Maria è insieme opera del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Sempre si parlerà di Lei nel modo più vero e più giusto se si mette bene in luce quanto il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo hanno operato in Lei. Non solo hanno operato in Lei, ma anche quanto vogliono operare per mezzo di Lei. Se il Signore ha dato a Lei nel mistero della Redenzione una missione mai data a nessun’altra creatura, chi siamo noi per sminuire questa missione? Non è una missione che Lei si è data o che noi gli attribuiamo. È una missione che viene dal Padre e dal Figlio e dallo Spirito Santo. Ecco il compito del cristiano: conoscere quanto il Signore ha fatto nella Vergine Maria, conoscere quanto il Signore ha fatto per la Vergine Maria, conoscere quanto vuole fare sulla terra e nel cielo con la Vergine Maria, comprenderlo nella purissima verità dello Spirito Santo, con l’aiuto della sua sapienza, scienza e intelligenza e aiutare ogni altro perché sempre ami la Vergine Maria secondo la sua purissima verità e amandola parli di Lei dalla sua purissima verità.

Molti oggi sono abili nel distruggere la verità della Vergine Maria. Si afferma che nessun Angelo sia andato da Lei a manifestarle il grande mistero della sua vocazione ad essere la Madre del Figlio Unigenito del Padre. Negando l’annunciazione si vuole negare l’Incarnazione del Verbo della vita. Si insinua nei cuori che Gesù sia venuto al mondo come ogni altro uomo, cioè con il concorso dell’uomo e non per opera dello Spirito Santo. Così di Maria si fa una madre come tutte le altre madri e di Gesù un uomo come tutti gli altri uomini. Quanto il Vangelo narra del concepimento verginale – si insinua nei cuori – è un racconto di fantasia e di immaginazione, di creazione di un evento che in verità non esiste nella realtà. Così insinuando e sussurrando, affermando con parole ambigue, ma creando il dubbio e il turbamento in molti cuori, non solo viene ridotto in polvere tutto il mistero della Vergine Maria e della sua divina maternità. Anche il mistero di Cristo Gesù viene ridotto in polvere. Se Cristo non è il Figlio di Dio, il Verbo Eterno del Padre, che si è fatto carne nel seno della Vergine, non c’è per l’umanità alcuna redenzione e alcuna salvezza e quanto tutta la Scrittura insegna o è una favola o è semplicemente il frutto di menti umane che creano vane speranze di salvezza, dal momento che mai si potranno realizzare. Negando la divina maternità della Vergine Maria non solo tutto il Prologo del quarto Vangelo viene dichiarato invenzione e fantasia di un uomo, ma tutto il Nuovo Testamento va classificato come stupenda favola, racconto fantastico, in tutto simile a tutti gli altri racconti fantastici che sempre sgorgano da menti fantasiose che fanno credere che l’immaginazione sia realtà. Molti oggi oscurano la missione materna che Gesù ha affidato alla Vergine Maria e ne annullano la sua altissima verità, adducendo come motivo, che non si deve oscurare la gloria di Cristo Gesù. Costoro si dimenticano che la missione materna di Maria è tutto finalizzata alla gloria di Cristo Gesù. A Cana di Galilea il suo intervento non ha oscurato la gloria di Gesù Signore, anzi ha fatto sì che essa si manifestasse in tutto il suo splendore. È stata lei a chiedere a Cristo Gesù. È stata Lei a dire ai servi di fare qualsiasi cosa Gesù avesse loro chiesto. Poi lei scompare. È come se non esistesse. La gloria lo Spirito Santo la dona tutta a Cristo Gesù. È pensiero della terra, anzi diabolico, affermare che la Vergine Maria toglie la gloria a Gesù Signore. Tutta la sua vita è consacrata alla gloria del Figlio suo. Lei non riposa nei cieli beati, sapendo che moltissimi ancora non credono nel Figlio e che quanti dicono di credere, hanno una fede pallida, sbiadita, senza alcuna consistenza, priva di ogni verità, incapace di far sì che la loro vita sia veramente vita di Cristo in loro. Allontanando i cuori dalla Vergine Maria perché non si oscuri la gloria di Cristo, i sostenitori di tale pensiero altro non vogliono se non oscurare la gloria di Cristo Gesù. Infatti senza la Vergine Maria che dona ai cuori il vero Cristo, il vero Cristo non è dato e si diviene discepoli di un falso Cristo. Si è cristiani falsi che corrono dietro ad un Cristo falso. Qualcuno potrebbe obiettare: Ma non sono gli Apostoli che devono dare il vero Cristo? Si risponde che gli Apostoli danno il vero Cristo nella misura in cui possiedono il vero Cristo. Chi dona agli Apostoli il vero Cristo? La Madre del vero Cristo e lo Spirito Santo. Per la Vergine Maria e per lo Spirito Santo Cristo Gesù è venuto al mondo. Per la Vergine Maria e per lo Spirito Santo Cristo entra nel cuore degli Apostoli. Gli Apostoli sempre in comunione con la Vergine Maria e lo Spirito Santo portano Cristo nei cuori. Le astuzie di quanti oscurano il mistero della Vergine Maria sono sottilissime. Metterle in luce è obbligo per la salvezza di ogni uomo. Gli oscuratori del mistero non si fermano qui. Prima si infanga la verginità di Maria, attestano che Lei è madre di altri figli e che Gesù è nato come tutti gli altri uomini. Poi anche la sua altissima santità viene oscurata. Si vuole fare di Lei una donna come tutte le altre donne. Oscurando la santità della Vergine Maria, prima di tutto si oscura le grandi opere compiute dal Signore per Lei. In secondo luogo si attesta che si può vivere di grande mediocrità e che non vi alcuna necessità di elevarsi in santità. Se la Vergine Maria è rimasta nella sua povera e misera umanità, perché io devo elevarmi nella più eccelsa e grande perfezione? Posso anch’io essere cultore di vizi e di ogni trasgressione. Questi oscuratori del mistero hanno un solo fine: privare la Madre di Dio di ogni verità. Così facendo si priva Cristo di ogni verità e anche il cristiano. Oggi questi oscuratori non affermano che non è più necessario divenire cristiani per essere salvati? Si nasce già salvati e si muore salvati. Ecco il fine ultimo di questi oscuratori: chiudere per tutti il regno di Dio. Aprire per tutti, anzi spalancare per tutti il regno della morte e delle tenebre eterne. Poiché la Vergine Maria chiude le porte degli inferi e apre quelle cielo, ecco l’odio di questi oscuratori che sempre si abbatte contro di Lei con inaudita violenza.  Distrutta Lei, Satana non ha chi gli schiaccia la testa e può governare il mondo a suo piacimento. Man mano che una insidia di Satana viene smascherata, lui ne ha già pronte altre mille. Questi oscuratori, avendo come unico fine quello di chiudere le porte della beatitudine eterna per ogni uomo, sempre si accaniranno contro la Vergine Maria. Se Lei viene abbattuta, tutto il mistero si abbatte. Satana avrà sempre il sopravvento senza di Lei. La storia lo attesta. Quanti non hanno la Vergine Maria nella purezza della verità, neanche il Vangelo hanno nella purezza della sua verità. Senza la purezza della verità del Vangelo, Satana governa i loro cuori e muove le loro menti. Anche i loro corpo dirige perché si infossino nel peccato e consumino la loro vita in ogni vizio. È questa la fotografia del mondo attuale: un mondo senza la Vergine Maria che eleva il male a purissimo bene e dichiara diritto dell’uomo la trasgressione della Legge del Signore. Ma ancora non abbiamo visto quasi nulla di cosa è capace Satana. O rimettiamo la luce della Vergine Maria sul candelabro del nostro cuore, o saremo trasformati anche noi da Satana in ladri e briganti della salvezza dell’uomo. Coopereremo con Lui per riempire il suo inferno di anime.