Un grande profeta è sorto tra noi

Dopo la risurrezione del figlio, la vedova di Sarepta confessa che Elia è uomo di Dio e che la parola del Signore sulla sua bocca è verità: “In seguito accadde che il figlio della padrona di casa si ammalò. La sua malattia si aggravò tanto che egli cessò di respirare. Allora lei disse a Elia: «Che cosa c’è tra me e te, o uomo di Dio? Sei venuto da me per rinnovare il ricordo della mia colpa e per far morire mio figlio?». Elia le disse: «Dammi tuo figlio». Glielo prese dal seno, lo portò nella stanza superiore, dove abitava, e lo stese sul letto. Quindi invocò il Signore: «Signore, mio Dio, vuoi fare del male anche a questa vedova che mi ospita, tanto da farle morire il figlio?». Si distese tre volte sul bambino e invocò il Signore: «Signore, mio Dio, la vita di questo bambino torni nel suo corpo». Il Signore ascoltò la voce di Elia; la vita del bambino tornò nel suo corpo e quegli riprese a vivere. Elia prese il bambino, lo portò giù nella casa dalla stanza superiore e lo consegnò alla madre. Elia disse: «Guarda! Tuo figlio vive». La donna disse a Elia: «Ora so veramente che tu sei uomo di Dio e che la parola del Signore nella tua bocca è verità» (1Re 17,17-24). Prima sa che la parola di Dio è verità sulla bocca di Elia per il non esaurimento né della farina e né dell’olio. Ora questa sua fede si rafforza per la risurrezione operata da Elia sul figlio suo che era morto. La donna di Sunem prima crede che Eliseo è uomo di Dio a causa di tutti i prodigi da lui operati.  Poi questa sua fede riceve la conferma quando a lei Eliseo risuscita il figlio. Giezi non è profeta e non lo risuscita. Eliseo è profeta e lo risuscita: “Eliseo disse a Giezi: «Cingi i tuoi fianchi, prendi in mano il mio bastone e parti. Se incontrerai qualcuno, non salutarlo; se qualcuno ti saluta, non rispondergli. Metterai il mio bastone sulla faccia del ragazzo». La madre del ragazzo disse: «Per la vita del Signore e per la tua stessa vita, non ti lascerò». Allora egli si alzò e la seguì. Giezi li aveva preceduti; aveva posto il bastone sulla faccia del ragazzo, ma non c’era stata voce né reazione. Egli tornò incontro a Eliseo e gli riferì: «Il ragazzo non si è svegliato». Eliseo entrò in casa. Il ragazzo era morto, coricato sul letto. Egli entrò, chiuse la porta dietro a loro due e pregò il Signore. Quindi salì e si coricò sul bambino; pose la bocca sulla bocca di lui, gli occhi sugli occhi di lui, le mani sulle mani di lui, si curvò su di lui e il corpo del bambino riprese calore. Quindi desistette e si mise a camminare qua e là per la casa; poi salì e si curvò su di lui. Il ragazzo starnutì sette volte, poi aprì gli occhi. Eliseo chiamò Giezi e gli disse: «Chiama questa Sunammita!». La chiamò e, quando lei gli giunse vicino, le disse: «Prendi tuo figlio!». Quella entrò, cadde ai piedi di lui, si prostrò a terra, prese il figlio e uscì” (Cfr. 2Re 4,8-37). Come i frutti fanno conoscere la natura dell’albero, così ogni uomo di Dio viene conosciuto dai frutti che produce. Cristo Gesù è più grande di Elia e di Eliseo, più grande di tutti i profeti, più grande di Mosè. Lo attestano le sue grandi opere e la semplicità con la quale esse sono fatte. Nessuna fatica, nessun lavoro. Un solo gesto, una sola Parola, un solo suo comando e tutto si compie. Di Eliseo si dice che nulla è stato troppo grande per lui: “Appena Elia fu avvolto dal turbine, Eliseo fu ripieno del suo spirito; nei suoi giorni non tremò davanti a nessun principe e nessuno riuscì a dominarlo. Nulla fu troppo grande per lui, e nel sepolcro il suo corpo profetizzò. Nella sua vita compì prodigi, e dopo la morte meravigliose furono le sue opere (Sir 48,12-14). Di Gesù dobbiamo dire invece che nulla fu difficile per Lui. Lui tutto compiva con la sua Parola onnipotente. Una sola sua parola proferita e la storia di una persona si trasformava.

In seguito Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante. (Lc 7,1-17).

Chi opera con la Parola onnipotente in nome proprio è solo Dio. Tutti gli altri possono operare con Parola onnipotente solo nel nome del Signore. Mosè opera ogni cosa su comando del Signore. Gesù compie ogni prodigio nel suo nome: ”Ragazzo, dico a te, àlzati”. Solo chi è Dio può rivolgersi ad un morto per richiamarlo in vita. La gente vede il miracolo e fa la stessa professione di fede della vedova di Sarepta: “Ora sappiamo, Gesù, che sulla tua bocca la parola è purissima verità. Quanto essa dice, sempre si compie. “Tu sei vero profeta del Dio vivente. Tu sei un grande profeta. Se tu, Gesù, sei un grande profeta, Dio ha visitato il suo popolo”. In queste parole vi è una chiara confessione che Gesù è il Messia di Dio. Ecco la confessione di Zaccaria: “Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni” (Lc 1.68-75). La parola del cristiano, oggi, sulla sua bocca, è purissima verità di Dio? Se non è purissima verità di Dio nessuno per lui potrà giungere alla vera fede in Cristo Gesù. Potrà mai un uomo dire che Dio con il cristiano visita il suo popolo, se la parola del cristiano non opera le grandi meraviglie del Signore? Oggi la povertà del cristiano è povertà di parola. Sulla sua bocca non risuona la Parola di Cristo Gesù. Il mondo lo vede e rimane mondo. Attraverso il cristiano Dio non visita più il suo popolo. La Madre di Dio ci ottenga la grazia di avere noi, discepoli di Gesù, la Parola di Gesù sempre sulla nostra bocca nella sua purissima verità.